Nella sua 18^ edizione la Festa dei Popoli ha voluto dare visibilità ai tanti giovani immigrati che abitano la realtà trentina, soffermandosi sulla loro integrazione e sopratutto sulla qualità della loro presenza, che li rende una risorsa determinante per la tenuta della società trentina; sul tema la Diocesi e in particolare il Centro Missionario e Migrantes hanno organizzato, come lancio dell'evento, anche un interessante dibattito (ne abbiamo parlato nello scorso numero di Vita Trentina).
Lo scorso fine settimana, 21 e 22 maggio, con uno slogan semplice ma concreto, “Giovani, insieme è bello”, la Festa si è svolta come di consueto in piazza Fiera nello stile allegro e colorato che la caratterizza, con danze, canti e folklore da tutto il mondo.
“Voi, con questa festa, ci dite quanto è importante ritrovare la dimensione della comunità in cui tendiamo a muoverci come singoli individui”, ha detto il vescovo Lauro nel suo saluto all'apertura. Spazio alle esibizioni dei gruppi artistici di alcune comunità di origine immigrata: “Ciò che state realizzando – ha detto ancora l'Arcivescovo – è una provocazione fortissima a guardare avanti con fiducia nonostante le difficoltà. Voi sapete ancora cantare, ballare, fare festa!”. Domenica la festa è continuata con la sfilata dei popoli in città e altre esibizioni folkloristiche, mentre nella piazza si mescolavano profumi e sapori da tutto il mondo. Nel suo saluto il sindaco Alessandro Andreatta ha auspicato che le giovani generazioni conservino le tradizioni e la cultura della loro nazione d'origine che dev'essere alla base del loro nuovo modo di essere. “Questa presenza ci arricchisce”, ha detto mons. Giulio Viviani, sottolineando anche la fatica dell’accoglienza. Importante è favorire la conoscenza tra le persone, come ha sottolineato don Beppino Caldera, “prendendo atto che questi giovani sono ormai parte integrante della società trentina”.
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