La lunga ombra di Chernobyl

Nell'anniversario una giornata di riflessione e confronto sul tema dell'energia

A trent'anni dalla tragedia di Chernobyl (26 aprile 1986), una giornata di riflessione e confronto sul tema dell'energia promossa da Fondazione Aiutiamoli a vivere, Forum trentino per la pace e i diritti umani, Opera Campana dei Caduti, Università di Trento, Isodarco, Uspid per ricordare cause ed effetti del disastro nucleare di Chernobyl e le sue conseguenze. Verranno presentati contributi anche sulla situazione energetica attuale.

Un bell'esempio di solidarietà ci viene riproposto dall'anniversario del disastro di Chernobyl. Nel lontano 1986 la routine della nostra vita venne sconvolta dall'arrivo di una nube radioattiva proveniente da un reattore nucleare ucraino, squarciato da una potente esplosione di vapore. Per varie settimane si dovette rinunciare a mangiare verdura a foglia larga e bere latte, inquinati dai radioisotopi. Dubbi angosciosi si affacciarono alla mente: è sicuro portare i bambini al parco? Dobbiamo starcene chiusi in casa? Ci possiamo fidare delle informazioni trasmesse dai media? E l'atroce timore di chi aveva in corso una gravidanza: nascerà deformato?

La dose di radiazioni che ricevettero i trentini fu relativamente limitata, grazie anche al fatto che 800.000 persone (ottocentomila!), i cosiddetti liquidatori, lavorarono in condizioni durissime e a rischio della vita per riportare il reattore sotto controllo, realizzando un sistema di contenimento dei materiali radioattivi chiamato “sarcofago”.

A Chernobyl tutta la popolazione che viveva entro trenta km dal reattore venne evacuata e ancor oggi non può tornare nelle proprie case. Nel giro di pochi anni migliaia di bambini svilupparono tumori alla tiroide dovuti all'inquinamento da iodio 131. Di fronte ad una situazione tanto drammatica, tutto il mondo si mobilitò per offrire “vacanze terapeutiche” ai giovani esposti alle radiazioni. L'Italia si è particolarmente distinta in questo sforzo, diventando il paese che ha ospitato in assoluto il maggior numero di bambini, in un grande sforzo di solidarietà che dura ancor oggi. Anche migliaia di famiglie trentine hanno partecipato.

Chernobyl ha avuto anche conseguenze politiche, contribuendo al crollo dell'Urss, inducendo gli italiani a rinunciare all'energia nucleare, rendendo questa fonte di energia invisa alla maggior parte della popolazione mondiale.

Chernobyl ci ha fornito vari insegnamenti su come gestire impianti industriali potenzialmente pericolosi e ha fatto capire l'importanza di vivere in società dove le informazioni circolano liberamente, consentendo ai cittadini di farsi un quadro chiaro dei rischi in caso di incidenti e disastri.

La lunga ombra di Chernobyl non si è ancora dissipata. Nei nostri terreni rimane ancora circa la metà del cesio radioattivo emesso nel 1986. Il sarcofago che racchiude il reattore è in precarie condizioni di stabilità e, se crollasse, avremmo nuovamente l'emissione di grandi quantità di polveri radioattive che si spargerebbero per l'Europa. Al fine di impedirlo si sta terminando di costruire una gigantesca struttura mobile (il “supersarcofago”) che entro la fine del prossimo anno dovrebbe sigillare per almeno cento anni tutto quanto rimane del reattore disastrato, consentendo nel corso dei decenni un progressivo smantellamento sicuro delle sue strutture. Solo quando questo lavoro sarà terminato si potrà davvero mettere la parola fine all'incubo radioattivo generatosi nella lontana notte di trent'anni fa.

Mirco Elena

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina