I terreni abbandonati? Ai giovani agricoltori

A un anno esatto dalla costituzione ufficiale del Biodistretto e 45 anni dopo la prima edizione della Mostra mercato, la Val di Gresta deve ingranare la marcia e concretizzare le idee raccolte in questi mesi di rodaggio.

Il 14 settembre è stata inaugurata la nuova edizione della kermesse che mette in mostra i prodotti della Valle degli Orti e fino al 18 ottobre Ronzo-Chienis ospiterà tante iniziative che vogliono dare lustro all'agricoltura biologica. Sabato 3 ottobre si terrà la sesta edizione della Bio Bike (vedi box), mentre domenica 4 ottobre ci saranno laboratori per bambini su energie rinnovabili e rifiuti e uno sull'autoproduzione di detersivi per gli adulti.

Come accade per ogni week-end della Mostra mercato, il Consorzio ortofrutticolo rimarrà aperto dalle 9 alle 18. Quest'anno il raccolto è stato piuttosto soddisfacente. La presidente della cooperativa, Vanda Rosà, ha parlato di ottime produzioni di patate, cavolo cappuccio e carote; gli ortaggi a foglia larga, invece, hanno sofferto le grandinate estive.

I conferimenti nel 2015 sono rimasti stabili ed è proprio in questo stallo produttivo che risiede uno degli ostacoli al rilancio della valle. Attualmente sono 90 gli ettari coltivati a ortaggi dai 130 associati del Consorzio; 60 ettari sono biologici e corrispondono all'80% dei conferimenti. Recentemente diversi agricoltori hanno deciso di abbandonare la coltivazione integrata, ma ancora la produzione bio non è sufficiente per soddisfare la richiesta del mercato, sempre più attento all’aspetto salutistico della merce.

“Viviamo su una miniera d’oro che può essere sfruttata meglio”: è questa la sintesi del pensiero della sindaca di Ronzo-Chienis, Piera Benedetti. Per aumentare i quintali di biologico, assieme ai colleghi di Mori e di Isera, la prima cittadina vuole avviare un progetto per il recupero dei terreni abbandonati.

In base al censimento effettuato prima della costituzione del Biodistretto, sul territorio dei tre Comuni ci sarebbero circa 40 ettari lasciati all'avanzare del bosco. La richiesta di utilizzo, soprattutto da parte di giovani agricoltori, ci sarebbe, ma i proprietari, in larga parte anziani, non ne vogliono sapere di affittare il loro campo con il rischio di perderne la proprietà per usufrutto. “C'è un forte problema di mentalità. Finché ognuno continuerà a guardare solo il suo tornaconto, non si riuscirà a far crescere la valle”, afferma la sindaca.

In questa impasse si inserisce l'amministrazione, che farebbe da garante prendendo in comodato il terreno incolto e affittandolo al richiedente, per poi girare l'entrata al titolare. “Quest'anno abbiamo fatto qualcosa di simile con una quindicina di prati non sfalciati”, spiega Benedetti. “Un dipendente del Comune ha contattato i proprietari dei terreni abbandonati e ha garantito per coloro che avevano bisogno del fieno. Siamo stati dei facilitatori”.

Il progetto di recupero per ora è stato solo abbozzato a livello informale tra le tre amministrazioni e prima di partire dovrà passare nei Consigli comunali. “Se non cogliamo questo treno – avverte la prima cittadina – non usciremo più da questa impasse. Tutti ci conoscono come valle biologica, ma non ha senso fare pubblicità se poi non abbiamo abbastanza carote. Nessuno obbliga gli agricoltori a convertirsi al bio – conclude – ma è ovvio che come amministratori abbiamo l'obbligo di incentivare questo cambiamento positivo”.

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