L’inasprimento della politica

Le amministrative diranno come sono i rapporti di forza nel nostro paese

Quanto sta accadendo segna un indubbio inasprimento della nostra vita politica. Un poco c’era da aspettarselo nel momento in cui diventa sempre più evidente che il prossimo test elettorale delle amministrative viene atteso come la “rivelazione” di come siano veramente messi i rapporti di forza nel nostro paese.

Naturalmente non si tratta di una attesa passiva, perché ogni forza in gioco ci mette del suo per far sì che la rivelazione sia a proprio vantaggio ed a danno degli avversari. Ciò che sembra meno normale è che in due forze non certo irrilevanti come il PD e FI si assista ad un boicottaggio dall’interno delle rispettive posizioni.

Certo i due casi sono molto diversi fra loro. Nel PD c’è una componente che lavora per azzoppare un leader che gode ancora di un notevole consenso. In FI c’è una componente che si arrocca attorno ad un leader ormai sfiatato per impedire che quel partito possa trovare una qualche forma di rifondazione.

Renzi non è in una posizione felice per combattere questa battaglia, perché deve misurarsi con le difficoltà di governare un paese che ha ancora molte palle al piede e con quelle di un governo che non è veramente in grado di supportarlo. A prescindere dai problemi non ancor risolti dell’economia, per cui deve fare le solite acrobazie con i tagli di spesa (una strada che sin qui ha portato più disastri che soluzioni), adesso deve misurarsi con il ritorno di una “questione morale” che è di natura piuttosto ambigua.

L’emersione di una inchiesta per un caso di corruzione ad Ischia ha acceso i riflettori su una banalità assoluta: il fatto che tutti coloro che operano in Italia ad un certo livello intrattengono rapporti fra loro. Ovviamente è più o meno così in tutto il mondo, ma il nostro problema è che in questi rapporti si fa troppo spesso a gara a chi si mostra a parole (e spesso anche nei fatti) più cinico e disinibito. Come sempre avviene, la strategia di chi è preso con le mani nella marmellata è quella di tirare in causa il maggior numero di “potenti” possibile: serve per ingraziarsi gli inquirenti e serve nella speranza che i potenti coinvolti, anche loro malgrado, agiscano per tenere a bada il polverone.

Un evento di questo genere, che ha ridato fiato a tutti i media che amano il complottismo, non facilita certo la battaglia del premier e al contrario dà spazio ai suoi oppositori interni che non si fanno scrupolo di tagliare il ramo su cui anch’essi sono seduti.

La vicenda di FI è importante in parallelo. La sua crisi che ormai sembra irreversibile ha lasciato sguarnito il tradizionale fronte della destra moderata e questo a vantaggio dell’estremismo populistico della Lega. Il partito di Alfano, che era nato sull’intuizione della necessità di creare un polo che salvasse quella tradizione, non riesce a decollare, essenzialmente per mancanza di classe dirigente e di vera progettualità politica.

Questo crea uno scompenso a livello di governo, dove la compagine ministeriale non sembra in grado di produrre un vero gioco di squadra. A parte qualche eccezione (per esempio Orlando alla Giustizia, in parte Gentiloni agli Esteri), l’impressione nell’opinione pubblica è che attorno a Renzi ci sia il vuoto. Forse ora la nomina di Del Rio alle Infrastrutture potrà portare un po’ di linfa vitale, ma dubitiamo che possa avvenire in tempo per mutare il clima per le regionali.

Questo sta favorendo il recupero del M5S come mostrano al momento tutti i sondaggi (anche se non ci stanchiamo di dire che con una “riserva” del 50% fra indecisi e astensionisti poi nelle urne potranno sempre registrarsi sorprese). Il passo indietro di Grillo dal centro della scena e la strategia di continua presenza televisiva dei suoi parlamentari sembra stiano pagando. In un momento in cui torna un clima scandalistico e i partiti uniscono all’immagine di destinatari di trame di potere (e corruzione) quella di gruppi litigiosi al proprio interno per giochi personalistici non si tratta di un successo difficile da ottenere.

Alla tornata elettorale manca comunque un mese e mezzo: un tempo lungo in queste circostanze in cui molte cose possono ancora cambiare lo scenario.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina