Un premio al volontariato in carcere

La Fondazione Trentina per il volontariato ha assegnato il “Premio solidarietà 2013” al progetto “Sportello in carcere per i familiari”

La Fondazione Trentina per il volontariato ha deciso quest'anno di assegnare il “Premio solidarietà 2013” al progetto “Sportello in carcere per i familiari” promosso dalla Conferenza regionale volontariato giustizia Trentino – Alto Adige. Dopo il riconoscimento a chi si prodiga per soddisfare i bisogni di base – la necessità di alimentarsi –, a chi offre sostegno nelle nuove frontiere aperte dagli interrogativi non risolti sul fine vita, alle iniziative innovative per essere accanto ai familiari dei malati di Alzheimer e a chi affronta con un approccio comunitario la dipendenza dal gioco d'azzardo, viene così premiato l'impegno gratuito e disinteressato di chi si prodiga a sostegno dei familiari delle persone detenute.

La Conferenza, costituita nel 2002, rappresenta un tavolo di lavoro tra realtà non profit del territorio impegnate nel rispetto della giustizia e dei diritti umani fondamentali di tutte le persone presenti in regione. Ne fanno parte l'associazione Ama, la cooperativa Punto d'incontro, Atas-Cinformi, Odòs di Bolzano (il servizio della Caritas altoatesina per i detenuti e gli ex detenuti), Avvocati per la solidarietà di Trento e Rovereto, i frati di Cles, la Caritas di Trento, la cooperativa Girasole di Rovereto, l'Associazione Provinciale Aiuto Sociale (Apas).

Oltre all'attività di sensibilizzazione e informazione, che si è tradotta tra l'altro nella predisposizione di un apprezzato vademecum intitolato "Codice a sbarre" che illustra i tratti essenziali della procedura penale, il funzionamento della Casa Circondariale, offrendo anche una panoramica delle cooperative e delle associazioni che offrono servizi a detenuti ed ex-detenuti, dal 2012 la Conferenza è impegnata nell’assistenza volontaria ai detenuti e alle loro famiglie.

Il servizio è svolto tre giorni alla settimana nel carcere di Spini di Gardolo con uno “sportello” che offre informazioni, sostegno, aiuto ai familiari dei detenuti ed è stato riconosciuto dalla Fondazione Trentina per il volontariato come l'iniziativa più meritevole, tra quelle presentate quest'anno. “Un'iniziativa di vera solidarietà”: così l'ha giudicata il consiglio di amministrazione della Fondazione.

Il servizio è assicurato da un gruppo di volontarie disponibili e preparate che nei tre giorni della settimana dedicati ai colloqui accolgono i familiari dei detenuti e i loro bambini offrendo ascolto e consigli, svolgendo un’azione di orientamento sulle prassi adottate in carcere, ad esempio relativamente al deposito di pacchi viveri o di beni di prima necessità, aiutando nella compilazione di moduli.

“Siamo davvero contenti di questo premio”, spiega Roberta Bianca Scabelli, fresca presidente della Conferenza regionale volontariato giustizia Trentino – Alto Adige, che di mestiere fa l'educatrice ed è consulente legale del servizio “Odòs” della Caritas di Bolzano per le persone ristrette e per gli ex detenuti. “E' un riconoscimento al lavoro dei nostri volontari, la cui presenza rende meno traumatico l'impatto con la realtà del carcere”.

Sono decine le persone che ogni settimana entrano in carcere per incontrare i loro congiunti. “Sono persone costrette a scontare una colpa che non è loro e che, grazie al nostro sportello, trovano persone che le sanno ascoltare, che le comprendono e le sanno orientare in una realtà così dura e difficile”, spiega Scabelli. Persone preparate, perché, sottolinea, se è vero che “volontari non ci si improvvisa”, ciò vale a maggior ragione per che vuole affrontare la realtà del carcere. Per questo la Conferenza promuove percorsi di formazione organizzati specificatamente per l’ambito penale – quest'anno il corso si svolge tra la fine di marzo e i primi di maggio ed è organizzato con il sostegno del Centro servizi volontariato – e organizza periodici momenti di formazione e di aggiornamento.

Nel bilancio di questi primi due anni, Scabelli registra l'instaurarsi di relazioni più costruttive con l'istituzione carcere (“Si lavora insieme, volontari e agenti di polizia penitenziaria”) e il rafforzamento della rete di realtà che costituiscono la Conferenza, prima più sfilacciata e frammentata. Ma il pregio maggiore dello sportello per i familiari è forse l'agevolare l’accesso al carcere da parte della comunità locale, il suo contribuire a migliorare il rapporto fra il “dentro” e il “fuori”.

Il premio di 5 mila euro (lordi: il 25% andrà al fisco) è stato attribuito all'Apas, che ha materialmente presentato la domanda di partecipazione al Premio anche a nome delle altre realtà della Conferenza, in quanto organizzazione di volontariato iscritta all'albo provinciale. “Ci sentiremo nei prossimi giorni con le altre realtà della Conferenza regionale volontariato giustizia – spiega Fabio Tognotti, direttore dell'Apas – per vedere come utilizzare questa significativa somma. Ma posso senz'altro anticipare fin d'ora che sarà destinata a rafforzare l'attività dello sportello”.

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